L’albero di ginkgo (Ginkgo biloba). E tra le piante in via di estinzione.
Esiste da quasi 200 milioni di anni. Questa specie, insieme a una grande varietà di altre piante della stasa famiglia, prosperava numerosa nelle prime ere geologiche.
Il ginkgo, unico superstite del genere Ginkgo, della famiglia delle Ginkgoaceae, è un albero deciduo dal un tronco alto e grosso.
L’albero di ginkgo selvatico cresce, generalmente, in terreni pianeggianti, ai piedi delle montagne. In Cina, il ginkgo ha assunto il nome di albicocca argentata, perché i suoi frutti assomigliano ad albicocche, spruzzate di farina bianca. Sono di forma ovale con un guscio sottile, bianco e duro.
Dall’innesto al completamento della crescita, l’albero di ginkgo richiede dai venti ai trent’anni. Il ginkgo selvatico richiede anche di più, prima di produrre i frutti, per questo motivo, l’albero di ginko è tradizionalmente conosciuto in Cina come l’albero del, nonno e nipote .A significare che il nonno lo pianta, ma i frutti li mangia solo il nipote. Pianta decisamente longeva. In Cina sono segnalati diversi esemplari hai quali vengono attribuiti centinaia o addirittura migliaia di anni. I suo semi, una volta arrostiti, sono commestibili. Sono usati nella medicina tradizionale cinese per ridurre il flemma, l’asma e la tosse.
Il frutto ha una polpa rinfrescante e aromatica.
Dalla sua buccia si estrae tannino, che viene usato per conciare le pelli.
Di colore giallo chiaro, di grana fine, il legno dell’albero di ginkgo è un materiale adatto alla costruzione, al mobilio, e all’uso nella scultura lignea e in artigianato.