Nel 1866 il Friuli viene annesso al Regno d’Italia. Il Commissario regio Quintino Sella, che deve organizzare la nuova provincia, in accordo con le forze produttive locali promuove la fondazione a Udine di un corso di studi superiori a carattere tecnico per lo sviluppo economico, culturale e scientifico della regione. Le lezioni iniziano ai primi di dicembre 1866 con due sezioni: amministrativo-commerciale, abilitante alla professione di ragioniere; agrario-industriale, abilitante alla professione di perito agrimensore. L’Istituto, intitolato nel 1883 ad Antonio Zanon, l’economista friulano del Settecento fautore del rinnovamento agrario, è un centro di esperienze didattiche e scientifiche complementari e correlate a quelle delle principali istituzioni friulane, come l’Associazione Agraria e l’Accademia di Udine. La sede dell’Istituto era inizialmente in Piazza Garibaldi, ove ora si trova la Scuola Media Statale “A. Manzoni”.Nel 1961 la sezione per geometri si stacca da quella amministrativa dello “Zanon” dando vita all’Istituto Tecnico Statale per Geometri. Nel 1962 viene intitolato a Gian Giacomo Marinoni, illustre matematico, topografo ed astronomo udinese.Con il mese di settembre del 1992 l’Istituto si trasferisce nell’attuale nuova sede di Viale Monsignor Giuseppe Nogara, 2.
La conservazione in situ significa “conservare nel proprio ambiente”. Si tratta della protezione di una specie a rischio di estinzione (pianta o animale) nel suo habitat naturale, con o senza proteggere o decontaminare l’habitat in quanto tale o difendere la specie o varietà dai suoi predatori. In agricoltura le tecniche di conservazione in situ realizzano in modo effettivo il miglioramento, mantenimento e utilizzazione delle varietà tradizionali o native delle colture agricole. Queste metodologie integrano i risultati della ricerca scientifica con l’esperienza e il lavoro di campo degli agricoltori. Per prima cosa, le accessioni di una varietà conservata in una banca del germoplasma e/o quelle della stessa varietà moltiplicata dagli agricoltori sono valutate insieme nei campi dei produttori (ossia nel loro habitat di provenienza) e in laboratorio, essendo sottoposte a differenti situazioni e condizioni di stress. In questo modo si accrescono le conoscenze scientifiche sulle caratteristiche produttive delle varietà native. In seguito, le accessioni superiori sono incrociate / miscelate e moltiplicate in condizioni replicabili. Infine, queste accessioni migliorate sono fornite agli agricoltori. Costoro pertanto acquisiscono la possibilità di coltivare selezioni migliorate delle loro stesse varietà, invece di sostituirle con quelle commerciali o di abbandonare la loro coltivazione. Questa metodologia di conservazione della biodiversità agricola è più efficace nelle zone marginali, nelle quali la coltivazione delle varietà commerciali è poco redditizia, a causa delle limitazioni imposte dal clima e dalla fertilità del suolo. O laddove le caratteristiche organolettiche delle varietà tradizionali compensano la loro minore produttività.
Il germoplasma è il materiale ereditario trasmesso alla prole mediante le cellule germinali in grado di permettere di preservare in modo diretto la biodiversità a livello genetico e di specie. Esso inoltre rappresenta una risorsa genetica e contribuisce in maniera indiretta all’incremento della biodiversità.
Il mantenimento avviene in vivo. Nel terreno ed il materiale è adeguatamente protetto da infezioni batteriche, virotiche, funginee;
in vitro sterilmente, in locali idonei.
Gli insiemi, variatamente predisposti, puntano alla qualificazione delle produzioni vegetali con materiale certificato, ciò per una commercializzazione del materiale di propagazione delle piante come sancito da direttive comunitarie e nazionali.
Alcuni germoplasmi sono economicamente ininfluenti ma tecnicamente importantissimi; questi permettono di conoscere piante non più coltivate da secoli, per esempio diverse varietà di grano antico sono presenti all’Istituto di Genetica e Sperimentazione Agraria N. Strampelli, di Lonigo (VI).
Le banche del germoplasma e i parchi naturalistici concorrono alla Strategia nazionale per la biodiversità richiesta dalla Convenzione sulla diversità biologica, proteggono e mantengono elevata la biodiversità di una data specie, studiano e migliorano le sementi destinate allo sviluppo agricolo, analizzano parassiti e malattie, raccolgono e conservano i semi delle specie endemiche rare o a rischio di estinzione, andando a costituire le riserve per reintrodurre negli habitat originali le varietà che vanno scomparendo per cause naturali o in seguito all’intervento umano.
L’O:B:F: rappresenta la naturale evoluzione dell’antico podere sperimentale del Regio Istituto Tecnico su un terreno della Provincia. (fine 1800) Nel 1958 la giunta provinciale deliberava il trasferimento dell’orto al centro studi da uno dei cortili della vecchia sede dell’I.T. Zanon in piazza Garibaldi. La maggior parte degli orti botanici nel mondo dipendono da Enti locali, governativi o da Istituti Universitari. Gli orti botanici nel mondo spesso sono nati come giardini dei semplici oppure per esibire curiosità vegetali esotiche o per lo studio delle proprietà farmaceutiche o medicinali.
Dal 1975 L’Orto Botanico si è proposto come orto botanico didattico, ponendosi come obiettivi sia la didattica per far conoscere agli studenti la biodiversità e la botanica sistematica che la conservazione ex-situ della biodiversità
Dal 1975 sono definite prioritarie la funzione didattica, la funzione di conservazione, i rapporti internazionali di collaborazione (storicamente 450 orti corrispondenti e 40 index pubblicatie l’attività di ricerca.
Gli obiettivi sono quelli di favorire l’apprendimento delle scienze naturali, con particolare riguardo alle diverse discipline della Botanica, dell’ecologia, della chimica.
L’orto botanico si pone inoltre lo scopo di sensibilizzare i suoi utenti alla scoperta della grandissima biodiversità riscontrabile in primis sul territorio della Regione (ambienti che vanno dalle dune lungo il litorale sino alle rocce presenti sulle cime delle dolomiti)
Attività attualmente svolte presso l’orto botanico
conservazione e reperimento delle sementi.. georeferenziazione
rideterminazione
mappature delle essenze spontanee
ricostruzione di biotopi
endemismi.
PROTOCOLLO D’INTESA CON ORTO BOTANICO DI PADOVA
CREAZIONE UNITA’OPERATIVA IN SENO ALL’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE
CREAZIONE DI UN REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO DELLA STRUTTURA COMPRENSIVO DI UN COMITATO TECNICO- SCIENTIFICO
REALIZZAZIONE DI SPECIFICHE CONVENZIONI CON ISTITUTI SUPERIORI ED UNIVERSITA’
TIROCINI UNIVERSITARI ED ATTIVITA’ DI VISITA
IN FUTURO PROGETTI EUROPEI, TESI, tirocini con orti internazionali CREDITI FORMATIVI, CORSI….
Dal primo comitato tecnico-scientifico emerge evidente la necessità di creare un orto diffuso su tutto il territorio del Friuli ( e possibilmente anche nella Venezia –Giulia) per rendere attuabile una delle mission dell’O:B: la conservazione del germoplasma in situ (descrizione….)nei diversi habitat naturali mediante mappatura con schede, georeferenziazione e raccolta semi da inserire nella banca del germoplasma e nel circuito di interscambio mediante index-seminum, delimitazione aree satellite di particolare interesse naturalistico e loro mappatura per renderle fruibili; la conservazione del germoplasma ex-situ (descrizione…) soprattutto con lo scopo di rendere fruibile e conoscibile a chiunque il prezioso materiale vegetale.
CREAZIONE o IMPLEMENTAZIONE DELLA BANCA DEL GERMOPLASMA valida soprattutto per la conservazione dei semi raccolti in natura da piante spontanee ovvero coltivate ma reiscrivibili alla categoria “Autoctone”
Gli attuali orientamenti sulla conservazione in sede internazionale prevedono infatti un ruolo di primo piano per gli orti botanici per quanto riguarda il controllo della Flora e della vegetazione locale, specialmente per quanto riguarda le specie a rischio.
In che maniera tutto questo può riguardare uno studente, un cittadino
-il problema della conservazione della biodiversità: un problema non solo teorico.. (peronospora della patata e morti in Irlanda, è bello poter scegliere dal fruttivendolo diversi tipi di frutta e verdura, resistenza agli antibiotici…)
Conservazione della biodiversità: i viventi che osserviamo oggi sono il risultato di quelli di ieri…quelli di oggi sono la base per quelli di domani….sono frutto di equilibri evolutivi maturati in milioni di anni…tutto quello che è perso è perduto per sempre….. (es. problemi attuali: legge sulla commercializzazione delle sementi)
L’uomo dipende dagli ecosistemi, gli ecosistemi con maggiore biodiversità sono meno fragili
piante aliene, modificazione areali, cambiamenti climatici o dei substrati pedologici.
Possibilità di attività e sperimentazioni per il prossimo anno scolastico.
-identificazione e classificazione (biodiversità orizzontale)
Classificazione di alcune piante;
Semine di monocotiledoni e dicotiledoni
-filogenesi (biodiversità verticale)
Filogenesi del frumento
Costruzione di una chiave dicotomica Incroci mendeliani.
Riconoscimento di caratteri ancestrali di piante coltivate biodiversità ecosistemica
Studio dell’ambiente di torbiera (presso orto botanico)
Studio dell’ambiente naturale nella nostra regione (torbiera, duna, magredo,….) La biodiversità e la sostenibilità dell’ambiente naturale
Conoscenza delle piante autoctone. Studio e comparazione tra varietà commerciali e le varietà locali salvaguardia della biodiversità